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I modelli di pale micro-eoliche

Datemi una piccola pala eolica e vi renderò autonomi. E' così? Non proprio. Parafrasare Archimede, per il mini-ecolico, è ancora prematuro. Il settore, in Italia, viaggia a due velocità. Da una parte moltissime richieste, dall'altra offerte non sempre chiare nei tempi, costi e certificazione degli impianti. Con il risultato che si è fatta strada la convinzione di una tecnologia già molto diffusa e "fai-da-te", pronta per il balcone di casa. Non è proprio così..

2009-10-18

Ingegneria Impianti Industriali

Elettrici Antinvendio

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Dalessandro Giacomo

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2009-10-19

Risparmio energetico in condominio, basta la maggioranza ridotta

di Silvio Rezzonico e Giovanni Tucci

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19 ottobre 2009

Termoregolazione e contabilizzazione al centro dei dubbi

Gli impianti centralizzati si fanno preferire

A oltre 18 anni dal varo della prima legge organica sul risparmio energetico (10/91), oggi finalmente si hanno le idee un po' più chiare a proposito delle maggioranze "speciali" previste per gli interventi di efficienza energetica in condominio (commi 2 e 5 dell'articolo 26 della legge). L'ultima parola in proposito l'ha detta la legge 99 del 23 luglio scorso (al comma 22 dell'articolo 27) integrando il comma 2 (dopo il restyling portato dal Dlgs 311/2006) che ora così recita: "Per gli interventi sugli edifici e sugli impianti volti al contenimento del consumo energetico e all'utilizzazione delle fonti di energia di cui all'articolo 1, individuati attraverso un attestato di certificazione energetica o una diagnosi energetica realizzata da un tecnico abilitato, le pertinenti decisioni condominiali sono valide se adottate con la maggioranza semplice delle quote millesimali rappresentate dagli intervenuti in assemblea".

La decisione

L'aggiunta portata dalla legge 99/2009 è quella delle ultime parole ("rappresentate dagli intervenuti in assemblea"). La nuova norma ha fatto piazza pulita di tutte le interpretazioni precedenti, di dottrina e giurisprudenza, inventando una nuova maggioranza condominiale, non contenuta nel Codice civile: quella "semplice" dei millesimi degli intervenuti in assemblea. In altre parole non contano i condomini favorevoli all'intervento, bensì solo i loro millesimi: devono essere più di quelli dei condomini che votano contro, sommati con eventuali astenuti (la giurisprudenza ha chiarito che contano come contrari).

Naturalmente l'assemblea deve essere di per sé valida. Devono cioè essere presenti di persona o per delega almeno un terzo dei condomini che possiedano un terzo dei millesimi. Queste sono infatti le maggioranze necessarie per la seconda convocazione (le assemblee in prima sono casi rarissimi). Fatti alcuni elementari calcoli, si può dire che una decisione di risparmio energetico potrebbe in teoria vedere il voto positivo dei condomini che possiedono appena 167,7 quote su 1.000, se all'assemblea partecipano solo un terzo dei condomini che possiedono solo un terzo dei millesimi. Va aggiunto che, per giurisprudenza di Cassazione, anche una decisione presa senza le necessarie maggioranze è annullabile solo se impugnata in giudizio entro 30 giorni da quando se ne ha avuta conoscenza: trascorso questo periodo, diventa valida.

Gli interventi ammessi

Ci si può chiedere: ma quali interventi sono da considerare "volti al contenimento del consumo energetico"? Prima che intervenisse il Dlgs 311/2006, modificando il comma 2, si disponeva di un elenco abbastanza preciso delle opere ammesse, contenuto sempre nella legge 10/91 (articolo 8) ed espressamente richiamato nel comma 2. Ora non più. Ci si limita ad affermare due cose. La prima è che sono comprese tutte le opere che coinvolgono fonti rinnovabili di energia (sole, vento, idroelettrico, geotermico, biomasse). La seconda è che può andar bene qualsiasi intervento programmabile, se porta a un risparmio attestato da una certificazione energetica o una diagnosi energetica. A patto che, naturalmente, si seguano alla lettera le prescrizioni del Dpr 59/2009, che impone certi parametri di legge per gli interventi sugli impianti di riscaldamento. Per fare qualche esempio, certi rendimenti minimi sia per la caldaia sia per le nuove pompe di calore elettriche o a gas (quando li si sostituisce) nonché sonde di rilevamento della temperatura all'esterno dell'edificio per tarare quella interna.

Alle condizioni previste dalle norme tecniche, sono agevolate non solo la ristrutturazione di impianti di riscaldamento, ma anche quella di impianti di condizionamento estivo e di produzione di acqua calda sanitaria. Via libera anche alle opere di coibentazione degli edifici (per esempio del tetto o anche dei muri, con "cappotti termici"). Potrebbe forse essere consentita a maggioranze ridotte pure la conversione dal gasolio al metano, se non altro perché si tratta di un combustibile meno inquinante che allunga il ciclo di vita della caldaia e "sporca" meno camini e canne fumarie. Ciò porta, sul lungo periodo, al miglioramento del rendimento.

Sul fronte idrico

Resta incerta, invece, la tesi che le opere con maggioranze condominiali ristrette possano riguardare il risparmio idrico, che pure è stato agevolato dalla Finanziaria 2009 e dalle norme di molte regioni. Infatti la raccolta, il filtraggio e l'erogazione delle acque piovane non hanno prestazioni attualmente attestabili con una certificazione energetica (che è richiesta dal comma 2) e prevedono dispositivi (ad esempio pompe) che fanno aumentare anziché diminuire i consumi di energia propriamente detti.

 

I QUORUM

Risparmio energetico

Per deliberare interventi diretti al risparmio energetico, purché individuati con una certificazione energetica o una diagnosi energetica, basta la maggioranza dei millesimi degli intervenuti in assemblea (articolo 26, comma 2, legge 10/1991). Il Dpr 59/2009 scoraggia la trasformazione dell'impianto negli edifici residenziali con più di quattro appartamenti (e in quelli più piccoli se la potenza nominale è maggiore o uguale di 100 kW) a meno che sia inevitabile per cause tecniche o di forza maggiore.

Termoregolazione e contabilizzazione del calore

Per l'installazione di dispositivi di termoregolazione e contabilizzazione del calore, l'assemblea condominiale decide a maggioranza ordinaria in deroga agli articoli 1120 e 1136 del Codice civile (articolo 26, comma 5, legge 10/1991). In questo caso, non serve una certificazione o una diagnosi energetica. Da notare che l'adozione della centralina di termoregolazione programmabile è resa obbligatoria dal Dpr 59/2009 in caso di ristrutturazione integrale dell'impianto centralizzato.

19 ottobre 2009

 

 

 

 

 

2009-10-18

La nascita del mini-eolico tra incentivi e paradossi

di Luca Salvioli

16 ottobre 2009

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I modelli di pale micro-eoliche

Datemi una piccola pala eolica e vi renderò autonomi. E' così? Non proprio. Parafrasare Archimede, per il mini-ecolico, è ancora prematuro. Il settore, in Italia, viaggia a due velocità. Da una parte moltissime richieste, dall'altra offerte non sempre chiare nei tempi, costi e certificazione degli impianti. Con il risultato che si è fatta strada la convinzione di una tecnologia già molto diffusa e "fai-da-te", pronta per il balcone di casa. Non è proprio così. Soprattutto è molto difficile avere un'idea di quante micro-pale siano già installate. Il punto è che il mercato ha subìto un brusca accelerazione con gli incentivi, pochi mesi fa. Le aziende che producono o installano impianti fino a 100Kw di potenza ci sono e si stanno organizzando. Basta prendere in considerazione l'ultima settimana. La vicentina Itigroup è entrata nel capitale della francese Nhelios (con advisor esclusivo Klecha) e presto produrrà turbine nell'impianto di Villaverla. Entro tre anni usciranno dalle macchine 6mila turbine all'anno e verranno assunte 50 persone. Negli stessi giorni Bluminipower e Jonica impianti, tra i leader nazionali del settore, hanno siglato un accordo commerciale per la vendita di una turbina di Jonica impianti anche nei canali commerciali di Bluminipower. Tra i principali operatori italiani ci sono anche Terom, Siper, Ropatec, Tozzi Nord, Aria, Eol (spin-off dell'università di Napoli), Enel.si.

Cosa sta succedendo? Il movimento è in gran parte dovuto ai decreti attuativi della Finanziaria approvata a fine 2007, arrivati - in forte ritardo - all'inizio del 2009. L'incentivo da 30 centesimi di euro per l'energia messa in rete dagli impianti eolici fino a 200kw (sul modello del Conto energia fotovoltaico) ha mosso il mercato. Non solo. Gli impianti autonomi possono fare conto sullo scambio sul posto: l'energia in eccesso rispetto ai consumi viene immessa in rete e costituisce un credito per successivi prelievi, come se fosse un magazzino. A differenza del fotovoltaico, i due incentivi non si possono sommare.

Come fare per realizzare un impianto? Generalmente i produttori offrono un pacchetto "chiavi in mano", con tutte le analisi e i piani di investimento del caso. "Già oggi ci viene fatta una richiesta al giorno - spiega Antonio Grasso, che per Ivpc sta seguendo il progetto che a breve porterà il leader dell'eolico di grossa taglia nel mini-eolico con la nuova controllata Minipower - solo che si sta diffundendo la convinzione che sia una soluzione "fai-da-te", mentre in realtà non è così". Non basta comprare una pala e installarla. Prima c'è l'analisi della direzione e della ventosità del sito (al mozzo la velocità dev'essere di almeno 5 metri al secondo), le caratteristiche territoriali, la scelta della turbina, la fase autorizzativa. Quest'ultima varia tantissimo: alcuni regolamenti regionali prevedono semplificazioni normative anche per impianti al di sopra di 60 kW. In Puglia e Campania, ad esempio, è possibile installare impianti fino ad 1 MW, rispettando determinate condizioni, semplicemente con una denuncia di inizio attività (Dia).

L'opportunità entro il 2020. "L'offerta non è ancora matura - continua Grasso - la disponibilità di macchine opportunamente testate è ancora limitata. Nel Paese credo che gli impianti effettivamente attivi non siano più di una quarantina". Le potenzialità però ci sono, visto che l'Anev (l'associazione dei produttori di energia da fonte eolica) è convinta si possa arrivare a 1,5 Twh entro il fatidico 2020. "Non credo che il punto di arrivo siano i condomini e le città, dove si pongono problemi di impatto paesaggistico - conclude Grasso - ma gli agriturismi, le villette, le aziende isolate".

I costi. Itieolis, da fine anno, commercializzerà una microturbina da 1.5 Kwh (la potenza massima erogata dal contatore tradizionale è di circa 3 Kwh). Un prodotto da 3.5Kwh sarà disponibile all'inizio del 2010. Le turbine destinate ai privati avranno un costo variabile tra i 10 e 20 mila euro, in funzione della potenza dell'impianto. Secondo i calcoli dell'azienda ogni famiglia potrà ammortizzare i costi in circa 6 anni.

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16 ottobre 2009

 

 

 

 

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